domenica 2 gennaio 2011

Fare

Ci sono cose che si imparano. Negli anni, a forza di esperienza, ho imparato a fare, a muovere le mani e i piedi, a reagire con l'azione alla tendenza innata (in me) a girarsi dall'altra parte e lasciarsi morire, possibilmente all'istante. Forse anche perché un'altra cosa che ho imparato col tempo è che girandoti dall'altra parte, stranamente, non muori affatto all'istante ma, in compenso, ti rendi la vita decisamente peggiore. Per cui alé, opporre movimento al furore cieco, alle bizze, alla depressione e via. Che sembra semplice ma non lo è affatto e, oltretutto, non è una di quelle cose che diventano più facili col tempo. Una cosa che non ho ancora imparato, invece, è il rifiuto, che sarebbe quella cosa per cui se una persona che ami fa una cosa che non ti piace, non stai lì a sopportare, non chiudi gli occhi aspettando che ti passi la giustificatissima incazzatura, e nemmeno la mandi affanculo se la misura della sopportazione fosse già colma, ma invece pianti un paletto, dici un "no, questo no!". Molli due metaforiche labbrate*. Il fatto è che io so perché a me non viene facile. E' che la prima volta che ho mollato le due labbrate di cui sopra, quand'ero appena più di un bambino, la persona oggetto di quel rifiuto fece un gesto violento, e se ne andò per sempre. Non c'entrava niente quel mio primo "no", razionalmente lo so, ma nonostante questa mia razionale consapevolezza, sta di fatto che questa capacità me la sono un po' persa anzi, a guardar bene, non ero nemmeno più capace di riconoscerla. Stasera me la son trovata davanti e, per la prima volta, mi sono accorto che le due labbrate non fanno bene solo a chi le dà, ma soprattutto a chi le riceve. Se proteggi una persona la spengi, mi han detto una volta ed è vero, se opponi alle sue mancanze un rifiuto, invece la rivitalizzi. Oimmena, ora mi tocca rismontarmi tutti i meccanismi che mi ero fatto in quarant'anni!

*Labbrata: Manrovescio mollato sulla bocca (da cui l'etimo), punizione fisica verosimilmente dolorosa divenuta oggetto di proverbiale minaccia, da cui il monito "t'arriva una labbrata!".

5 commenti:

  1. Conosco una cui una labbrata starebbe benissimo, ma pure un bel calcio in culo! Ma no, lei è poverina e fragile, bisogna volerle bene...anche se si fa paranoie drammatiche per commenti scritti su FB da amici che conosce da anni,nonche malanni psicoliGGici non da curare ma da custodirle e decantare come un vino cattivo, e sia chiaro! Sono gli altri i cattivi, mica lei!
    Altro che protetta, viziata!! Diiio! Che rabbbia!!

    ISA
    (visto che mi firmo?) ;)

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  2. Buon anno Debora!!! (Oh ma quanti nick hai???) :*************

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  3. E, ovviamente, buon anno anche a Ladoratrice! ;)

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