giovedì 24 giugno 2010

Luttazzi e il killeraggio mediatico


Tutta la vicenda di Luttazzi va avanti da settimane ormai, protratta artatamente e con una certa disponibilità di uomini e mezzi, nonostante spiegazioni a mio avviso più che sufficienti, con l'evidente volontà di dimostrare qualcosa, di arrivare a un risultato. Niente di più del solito argomento ad hominem, contro chi con la sua arte da anni si dimostra pericoloso per un sistema che, difatti, lo esclude. Il peccato di Luttazzi è che costringe il pubblico a pensare. Chi se ne frega se usa una battuta di Hicks o di Carlin: Bill Hicks in Italia fino a un mese fa lo conoscevamo in sei: il suo genio era assolutamente inutile, sterilizzato, inutilizzabile perché nato in un contesto culturale diverso. Un peccato perché i suoi monologhi dei primi anni '90 sono di una attualità straniante. Quello che mi interessa di Luttazzi non è se sia più o meno saccente, antipatico, primo della classe: di sicuro lo è, e ci gioca, da anni. Quello che mi interessa di Luttazzi è che mi faccia ridere, ed in questo è bravissimo, ed è anche molto in gamba nel contestualizzare (diverso dal mero tradurre) le battute storiche dei suoi colleghi d'oltreoceano. Ma c'è una cosa che mi fa specialmente incazzare della polemica antiluttazziana: il vezzo di ricordare sempre che usa un nome d'arte, insieme a quello di ricordare che in gioventù fu consigliere comunale in quota DC. Io mi chiedo: come fa di cognome Daniele all'anagrafe lo sappiamo da anni, lo ha ripetuto in numerose interviste, quindi dov'è la notizia? In realtà si usa questo stratagemma ("Guardate, usa un nome falso!") per insinuare che abbia qualcosa da nascondere. Una accusa vaga, accennata, tipica di chi vigliaccamente lancia il sasso per ritirare la mano. Poi si rimarca il fatto che sia stato eletto come consigliere in quota DC per occuparsi di una fogna, come se nel fare il consigliere comunale ed occuparsi del proprio territorio ci fosse qualcosa di male, probabilmente nel convincimento idiota e populista che la politica sia sempre e comunque "una roba sporca". Se poi abbia aiutato o meno a risolvere quel problema, nessuno sembra interessato a indagarlo, e sarebbe invece l'unica cosa importante. Pare ci sia riuscito, e terminato il compito abbia scelto di dimettersi. Ma questo sarebbe dare notizie, quello che fanno altri, invece, si chiama spalare merda su un'avversario politico. Killeraggio mediatico, appunto. In molti casi finanziato, in altri, ancor più tristemente, gratuito. Complimenti.

2 commenti:

  1. Poveracci.
    Continuano ad attaccarlo e demonizzarlo sulla scia di quell'ebete che fece l'editto bulgaro.

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  2. Sì. Purtroppo stavolta sono riusciti a far rivoltare contro luttazzi i suoi stessi fan. A torto, secondo me. Ma come ha detto lo stesso Daniele, il tempo è galantuomo.

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